La differenza tra champagne, spumante, prosecco e Franciacorta
È uno degli equivoci più ricorrenti nel mondo del vino e segnatamente in quello delle bollicine: spumante, prosecco, Franciacorta e champagne, vengono considerati un unicum.
Ancor peggio: tutte le bollicine vengono considerate prosecco, oppure champagne.
Invero, esistono tante e sostanziali differenze tra questi vini, che risiedono nei metodi e nelle zone di produzione, nonché nei vitigni utilizzati per ottenerli.
Cercheremo di far luce su queste differenze, sulla differenza tra prosecco e champagne, tra champagne e Franciacorta e tra prosecco e Franciacorta; perché in un ristorante da sogno l’equivoco non potrà mai esistere.
La differenza tra champagne, spumante, prosecco e franciacorta: quello che devi sapere
Qual è la differenza tra champagne e prosecco?
E tra champagne e Franciacorta?
Una rapida panoramica sui metodi di produzione, ti consentirà di fare chiarezza.
Una prima importantissima precisazione: prosecco è un vino specifico e una specifica denominazione; non confondete mai il prosecco con la categoria spumante.
Il prosecco è uno spumante - se spumantizzato con i metodi che elencheremo a seguire - ma non tutti gli spumanti sono prosecco.
Gli spumanti
Lo spumante, non è una particolare denominazione e non indica un metodo univoco di produzione delle bollicine: spumante è una categoria di prodotto, che contraddistingue i vini con le bollicine e li differenzia dai vini fermi e dai vini frizzanti.
Gli spumanti, sono ottenuti con due diversi metodi di produzione il metodo champenoise e quello charmat, noti in Italia rispettivamente come metodo classico e metodo Martinotti.
Franciacorta, prosecco e champagne rientrano tutti nella categoria spumanti e vengono ottenuti con i due metodi sopra citati.
Il metodo classico
Il metodo classico è un procedimento lungo e complesso utilizzato per la produzione di specifici spumanti; tra questi rientrano sempre sia lo champagne che i Franciacorta.
Lo stesso discorso non vale per il prosecco, che solo a volte è ottenuto con tale metodo.
Il metodo classico (o champenoise) nasce in Francia, nella regione della Champagne, ad opera del monaco Dom Perignon, che diede vita alla forma primigenia dello champagne.
Consta di numerosi e delicati passaggi che consentono alla Co2 di prodursi naturalmente all’interno della bottiglia.
Per azione dei lieviti, gli zuccheri (addizionati al mosto base) vengono “mangiati” e riempiono le membrane cellulari dei lieviti stessi.
Quando le membrane giungono allo stato ultimo, si rompono e rilasciano anidride carbonica che priva di librarsi in aria, resterà all’interno della bottiglia regalando al vino le sue bolle.
Questa importantissima fase è nota come presa di spuma ed avviane naturalmente all’interno della bottiglia.
I residui della fermentazione, permarranno all’interno della bottiglia e regaleranno allo spumante un profilo sensoriale complesso e note olfattive che ricordano il lievito e la crosta di pane. Il metodo classico è un procedimento che richiede un periodo di tempo piuttosto lungo: minimo 12 mesi.
Il metodo Marinotti
Il metodo Martinotti (o charmat) è un procedimento diverso da quello classico.
Pur se nelle prime fasi di assemblaggio, uve e mosto base, il procedimento è sostanzialmente uguale, nella fase della presa di spuma si differenzia del tutto.
Nel metodo Martinotti, infatti, la presa di spuma avviene in autoclavi di acciaio dove viene addizionata una miscela di zuccheri, lieviti e sostanze minerali volte a favorire la fermentazione.
Quest’ultima avviene molto rapidamente rispetto al metodo classico (a volte anche in pochi giorni).
Lo spumante così ottenuto viene filtrato e immesso al consumo non prima di 6 mesi.
Questo metodo, consente di estrarre i profumi primari delle uve ed è particolarmente indicato per produrre spumanti da uve aromatiche e semi aromatiche come il moscato o il prosecco.
(NB: il prosecco oltre ad essere il nome del vino è anche l’altro nome con cui viene chiamato il vitigno glera).
È questo il metodo con il quale viene prodotto prevalentemente il Prosecco.
Differenza tra prosecco e franciacorta
La differenza fondamentale sta nel vitigno di produzione e soprattutto nella zona della denominazione.
Franciacorta e le sue tipologie
Franciacorta è innanzitutto una zona collinare della Lombardia; qui si produce l’omonimo spumante, ottenuto dai vitigni Chardonnay e/o Pinot nero; a volte anche Pinot bianco.
Esistono diverse tipologie di Franciacorta:
Franciacorta base, prodotto con uve di annate diverse;
Franciacorta Millesimato prodotto con uve della stessa annata;
Franciacorta Satén la grana delle bollicine è maggiormente setosa;
Franciacorta Riserva subisce un periodo di affinamento più lungo.
Tutte queste tipologie, si differenziano sostanzialmente per il periodo di affinamento sui lieviti (periodo successivo alla presa di spuma, dove i residui della fermentazione donano al vino il suo corredo aromatico e gustativo) che va da un minimo di 18 mesi per il base a 60 mesi per la riserva.
Il Franciacorta rosé invece si ottiene da uve a bacca rossa, il pinot nero, le cui bucce vengono fatte macerare per un periodo sufficiente a rilasciare la caratteristica colorazione rosa.
Solo e soltanto i vini prodotti in questa regione, con il metodo classico e nelle suddette tipologie, possono recare il etichetta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) FRANCIACORTA
Prosecco e Glera: due nomi per uno stesso vitigno
Prosecco invece è il nome con cui viene chiamato un vino, sia esso spumante o frizzante, prodotto solo ed esclusivamente in Veneto ed in Friuli Venezia Giulia, in nove province: Vicenza, Padova, Belluno, Venezia, Treviso, Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone. Inoltre, come già anticipato, Prosecco è anche l’altro nome con cui viene chiamata un’uva a bacca bianca altrimenti nota come Glera.
Fatta luce su questa annosa questione, torniamo al vino Prosecco.
Come dicevo, può essere spumante o frizzante, ma sempre e solo veneto e soprattutto sempre solo ed assolutamente BIANCO!
E non lo dico io, ma la legge.
Il disciplinare che regola la produzione del Prosecco, prevede infatti che la Glera (che, ricordiamolo, è un’uva bianca) venga impiegata almeno per l’80% nella produzione del Prosecco, ed anche nella remota ipotesi in cui nel restante 20% venga usata uva rossa, questa deve essere vinificata in bianco.
Ad oggi tuttavia, nuove disposizioni dell’omonimo consorzio, hanno stabilito che in futuro anche il prosecco potrà essere prodotto in versione rosé.
Lo champagne
Torniamo allo champagne.
Anch’esso è uno spumante ma come il Franciacorta è prodotto soltanto con metodo classico e solo ed esclusivamente in una zona ben definita.
Nel caso dello champagne parliamo della Francia, nella regione della Champagne.
Le uve con le quali viene prodotto sono: pinot nero, pinot meunier e chardonnay.
Ebbene sì, vengono usate le uve rosse, che regalano allo champagne complessità e persistenza gustativa.
L’uso delle diverse tipologie d’uva dipende dallo stile delle aziende produttrici ma anche, e soprattutto, dalle zone di produzione, che si differenziano per vocazione nell’allevamento dei diversi vitigni.
Lo champagne e le sue uve
Le uve impegnate per produrre Champagne sono lo Chardonnay, responsabile della finezza, il Pinot nero, che conferisce struttura e complessità aromatica, ed il Pinot Meunier, che accresce l’intensità aromatica e la struttura.
Le uve non provengono sempre dalla stessa zona, la regione infatti è suddivisa in cinque aree produttive.
Aube: qui si coltiva quasi esclusivamente Pinot Nero.
Montagne de Reims : si coltiva prevalentemente Pinot Nero e Pinot Meunier con una piccola parte di Chardonnay
Côte des Blancs: lo suggerisce il nome, manco a dirlo Chardonnay.
Vallée De La Marne domina il Pinot Meunier.
Côte de Sézanne: si coltiva prevalentemente Chardonnay.
Fatta luce sulla differenza tra questi importanti e amatissimi prodotti, è d’obbligo effettuare una precisazione: non sempre il costo o la denominazione più blasonata è indice di maggior qualità del prodotto.
Lo champagne non sempre è qualitativamente superiore al Franciacorta né un Franciacorta sarà necessariamente superiore a un Prosecco.
Ogni vino ha le sue caratteristiche e ciò che conta maggiormente è abbinarlo ai propri gusti e alle proprie tasche.
Nunc est bibendum!
Elisabetta Musso
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