Come scrivere una carta dei vini per un ristorante: la guida completa
Stai per aprire un locale e desideri predisporre una carta dei vini adeguata allo stile della tua attività?
Ecco i consigli di Ristorante da Sogno per una perfetta carta dei vini.
L’impaginazione della carta dei vini
Il primo passo per stilare una buona carta dei vini, è scegliere la giusta impaginazione dei contenuti.
Scegliere un font lineare e leggibile è fondamentale per invogliare i clienti nella lettura della vostra nuova carta dei vini.
Tra i font maggiormente consigliati, sicuramente helvetica e times new roman sono i più utilizzati. Ma tutto dipenderà dallo stile del locale.
Font più moderni e dinamici come comic sans e market felt possono essere utilizzati per contesti più giovani e disimpegnati come piccoli bar dal target giovanile.
Usate sempre l’interlinea minima tra il nome dell’azienda e il nome del prodotto, l’interlinea doppia invece è consigliata tra prodotti di aziende diverse.
Le dimensioni del font variano in base alla scelta del font stesso ma in generale è bene non superare mai i 15 punti.
È consigliabile utilizzare il grassetto per il nome dell’azienda e il corsivo per il nome del vino.
Indicare sempre l’annata del vino, seguita dai vitigni con cui è prodotto.
La voce del costo sarà l’ultima ad essere indicata.
Ecco qui un esempio:
Tenute dell’Ornellaia
Ornellaia 2016 (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot) € 0,00
Le serre nuove (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot) € 0,00
Il layout
Il layout è un altro importantissimo aspetto per una buona grafica della carta dei vini.
A meno che non siate esperti nell’uso di programmi di elaborazione grafica, affidate le vostre idee e ispirazioni ad un esperto.
È consigliabile creare un'immagine coordinata tra la carta dei vini e l’ambiente; giocare ad esempio con i colori della mise en place o delle pareti, per creare una buona armonia tra tutti gli elementi della sala.
Le carte dei vini dei ristoranti stellati ad esempio, mantengono quasi sempre una veste grafica molto minimale, limitandosi spesso a uno sfondo bianco e font bastoni (senza grazie) dal colore nero, puntando magari su una rilegatura di pregio come ad esempio eleganti copertine di pelle.
Tutto dipenderà come sempre dallo stile che vorrete dare alla vostra attività: una carta dei vini con elementi grafici che richiamano ad esempio le decorazioni delle sale può essere una valida alternativa alla estrema sobrietà di uno sfondo bianco.
Quali vini scegliere per la tua carta?
Se l’attività è agli inizi, è assolutamente sconsigliato farsi carico di una mole eccessiva di bottiglie ed etichette.
Facendo sempre riferimento al target a cui vi rivolgete, per un ristorante agli inizi scegliere 30-50 referenze diverse è già un ottimo punto di partenza.
Le carte dei vini più importanti vengono infatti costruite con il tempo, con la cura e la ricerca prolungata da parte del responsabile della cantina.
Non dimenticate inoltre che la voce vino è spesso tra le più incisive sul budget per avviare e proseguire un’attività.
Stabilite da subito un importo da spendere per la vostra carta dei vini e tenetegli fede; con l’acquisto incontrollato del vino le spese tendono a lievitare in modo esponenziale.
Disponibilità in cantina
La carta dei vini è lo specchio dei prodotti disponibili; è insomma il biglietto da visita della vostra cantina.
Prestate sempre attenzione a mantenere la disponibilità delle etichette indicate in carta dei vini.
Rischiare che un cliente ordini una bottiglia che non è materialmente nella vostra disponibilità è quanto mai disdicevole.
In merito, è opportuno selezionare un responsabile dell’inventario e approvvigionamento della cantina che aggiorni sempre la disponibilità dei prodotti sulla vostra carta.
La geografia della carta dei vini
Non esiste un criterio assoluto nell’ordine geografico da seguire quando si stila una carta dei vini.
Molti ad esempio preferiscono partire dalla propria regione d’appartenenza, altri seguono solo l’ordine delle tipologie, altri ancora non seguono alcun tipo di criterio.
Scongiurando quest’ultima ipotesi, Ristorante da Sogno ti consiglia di seguire un ordine territoriale ben preciso.
Se nella vostra cantina sono presenti vini provenienti da diverse regioni è consigliabile partire dalla regine più a nord-ovest. Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli e poi continuare con la carta dei vini dell’Emilia Romagna, della Toscana per terminare con le isole e la carta dei vini siciliani.
Questa regola è utile al consumatore per orientarsi in base alla propria conoscenza delle tipologie e della provenienza dei vini.
Se nella vostra cantina sono presenti vini esteri, è consigliabile collocarli nella parte finale della carta, dopo avere elencato i vini nazionali.
Il criterio migliore in questa ipotesi è quello di partire dai vini europei per arrivare a quelli intercontinentali.
Molto spesso infatti il cliente vorrà optare per un vino toscano oppure per un vino pugliese o ancora francese o neozelandese: creare un ordine geografico e localizzare la provenienza dei vini è un’accortezza di rilievo nella vendita e nel servizio del vino.
Bollicine, bianchi o rossi
Come fare una carta dei vini è per voi ancora un mistero?
Giunti a questo punto avete già degli ottimi spunti per crearne una di tutto rispetto.
Ma c’è un punto sul quale è necessario prestare molta attenzione: l’ordine con cui elencate le tipologie di vino.
Nella carta dei vini quest’ordine segue fondamentalmente quello che si segue durante il pasto.
Iniziate elencando prima di tutto i vini spumanti e frizzanti.
Sì, si parte sempre dalle bollicine, così come nel corso di una pasto se si bevono vini diversi e relative pietanze abbinate.
A seguire indicate i vini bianchi, poi ancora i rosati e per finire i rossi.
È preferibile indicare i vini dolci e liquorosi in una sezione a parte, siano essi bianchi o rossi: sono normalmente dedicati alla fine del pasto e coerentemente posti alla fine della vostra carta dei vini.
Le annate
Seguendo l’ordine bollicine, bianchi, rosati e rossi, anche le annate vanno disposte nell’ordine corretto.
Si parte sempre dalla più giovane per concludere con quella più risalente.
Il principio alla base è sempre lo stesso, ovvero quello legato al momento della bevuta.
I vini più giovani e freschi si consumano per primi e si collocano pertanto in cima all’elenco della carta.
I prezzi
Un altro criterio da seguire nell’ordinare la vostra carta, è quello dei prezzi: meglio seguire un ordine crescente, dal prezzo minore a quello maggiore.
La ragione risiede in un inconscio meccanismo psicologico che s’innesca nella mente del consumatore.
L’impatto con un prezzo contenuto genera infatti una certa rassicurazione nei pensieri del cliente che individuando sulle prime un costo modico sarà indotto a proseguire nella lettura e magari all’acquisto di un vino della fascia di prezzo più alta.
Per lui e per lei
Nei locali più raffinati in ossequio alle regole del galateo, si era soliti predisporre due diversi menù e due diverse carte dei vini; una per i signori e una per le signore.
La carte dei vini destinata agli uomini era completa, comprensiva dei prezzi.
Quella per le signore invece era sprovvista dei prezzi, in un’ottica, ad oggi piuttosto obsoleta, che le signore non dovessero mai pagare.
Questa misura è piuttosto desueta oggi, anche nei locali più ricercati e formali: i costumi troppo cambiati e le regole di una volta non valgono più in assoluto.
Se però pensate che riservare alle donne - ovviamente se accompagnate da un cavaliere - una carta dei vini ad hoc sprovvista dei costi sia un’accortezza ancora meritevole di essere rispettata, sentitevi liberi.
Ciò che conta è comunque il rispetto del contesto: se la vostra attività è ad esempio un sobrio bistro o una piccola trattoria, il menù senza prezzo dedicato alle donne è quanto mai fuori luogo.
Elisabetta Musso
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