Cene al buio: ecco come funzionano i ristoranti sensoriali

Ti sei mai chiesto a quale dei tuoi sensi saresti disposto a rinunciare? Udito? Tatto? Vista? Gusto? Oppure Olfatto?

Qualche sera fa, ad una cena in compagnia di amici mi è stata posta la medesima domanda. 

In questo articolo scoprirai a cosa ho deciso di rinunciare….anche se, solo per il tempo di una cena!

Oscurare la vista per far rivivere i profumi del passato

Quando ero piccola le domeniche erano sacre. Svegliarmi con il profumo del caffè che esce dalla moka ed entrava in camera, sentire già alle 7 del mattino il ticchettio delle pentole che la nonna appoggiava accuratamente sui fornelli, il rumore della cipolla che rosolava in pentola, il profumo del ragù che mi accompagnava fino all’ora di pranzo.

Ancora oggi se sento questi profumi e quei rumori la mente mi riporta alla mia infanzia, quando mia nonna cucinava il pranzo domenicale ed io stavo seduta al tavolo della cucina ad osservarla. 

Sono sicura che ricordi del genere accomunino molti di noi.

Al giorno d’oggi però il solo fermarsi a concentrarsi sui profumi  e sui sapori sembra quasi sia diventata una perdita di tempo. Consumiamo i nostri pasti in fretta perché abbiamo sempre qualcosa di più urgente o importante da fare. Siamo distratti, magari dal telefono o dalla tv e non ci concentriamo più sul distinguere i vari sapori e le consistenze che stiamo mangiando.

Quante volte ti sarà capitato di dimenticare che cosa hai mangiato a pranzo?

Parecchie vero?

Quindi mi sono chiesta: come posso ridare ai miei pasti l’importanza che meritano? Come posso ricominciare a sentire i profumi ed i sapori della mia infanzia?

La soluzione che ho trovato?

Chiudere gli occhi!

L’idea innovativa di un esperto di profumi 

Prima di mangiare un piatto hai mai provato a chiudere gli occhi, ad estraniarti dal mondo esterno e a sentire tutti i profumi del cibo? A concentrarti sulla pressione che esercita la forchetta quando affonda nel piatto o a degustare quell’unico boccone senza subito ingerirlo o, ancora, a provare a distinguere ogni singolo sapore e consistenza?

Chandler Burr, uno dei più importanti esperti di profumi al mondo, ci ha provato e le sensazioni che ha percepito sono state così potenti che non ha potuto non farle provare al mondo intero.

Ha portato la sua idea in Italia per la prima volta nel 2012 all’edizione di Pitti Fragranze di Firenze: il successo è stato assicurato.

Solamente bendando gli occhi dei suoi ospiti è riuscito a far percepire il rumore delle carote mentre vengono tagliate, il profumo di brodo tipico della cucina della nonna, il tintinnare dei bicchieri che si scontrano e il sapore della tradizione culinaria italiana: il tutto durante un solo morso.

Il risultato che ha ottenuto è stato quello di ricreare un’atmosfera quasi magica, in cui gli ospiti devono affidarsi agli altri quattro sensi per potersi orientare durante la cena. 

Come ci ha dimostrato Chandler Burr, sono molteplici le sensazioni che potrebbero offrirci gli altri sensi, ma troppo spesso vengono trascurate perché tendiamo a dare priorità alla vista. Escludendo la vista si stimolano tutti gli altri sensi, dall’olfatto al gusto, per far sì che l’estetica del piatto non vada a condizionare il nostro giudizio.

La vista a volte è subdola e gioca sporco. Ci porta a giudicare anzi tempo e non ci lascia liberi di conoscere le pietanze per quello che sono veramente.

Sedersi a tavola imparando ad utilizzare gli altri sensi sarà il modo per lasciare spazio alle nostre emozioni in un ambiente rilassante e conviviale.

Che cosa sono le cene sensoriali

Le cene sensoriali, o cene al buio, sono cene durante le quali non è possibile vedere nulla di quanto si mangia. Gli ospiti potranno dedicare particolare attenzione ai sapori genuini e ai profumi, lasciando libera la mente di richiamare alla memoria ricordi, volti e luoghi.

Cenare al buio vuol dire mettere da parte tutto l’aspetto non verbale ed estetico a cui diamo sempre più spesso importanza; ma, anche, ritornare a toccare il cibo. Cosa che purtroppo non facciamo più. Sempre più spesso sento genitori dire ai propri figli: “Non toccare niente”, così che non gli è concesso di conoscere le forme e le consistenze. 

Durante una cena al buio, invece, ci si affida molto al tatto, con supporto di tutti gli altri sensi, per scoprire cosa ci ha messo nel piatto lo chef.

Come abbiamo detto poco fa le cene sensoriali sono arrivate in Italia circa 10 anni fa, ma è solo ora che stanno prendendo sempre più piede.

La cena al buio è una tendenza che si sta diffondendo con una certa velocità in tutto il territorio, poiché le persone, soprattutto in questo periodo storico, hanno sempre più bisogno di vivere esperienze sensoriali al di fuori dei soliti schemi, riuscendo a contattare il proprio inconscio spesso soffocato dalle incombenze della vita quotidiana.

Ma nel pratico cosa si troveranno ad affrontare gli ospiti?

Andiamo ad una cena al buio

Innanzitutto il ristoratore, o chiunque guiderà la cena, dovrà cercare di mettere il più a loro agio possibile i clienti. In questo modo le persone potranno rilassarsi completamente, lasciando spazio solo alle emozioni e alle sensazioni che la cena includerà.

Dopodiché il personale di sala procederà al bendaggio e all’accompagnamento degli ospiti al loro posto.

Ed è solo qui che inizierà un viaggio meraviglioso.

Quando ci viene oscurata la vista perdiamo quel senso di controllo che avevamo fino a qualche istante fa. Ci sembra di essere persi, anche se non ci siamo minimamente spostati dal posto in cui eravamo. Questo succede perché perdiamo le coordinate, i nostri punti di riferimento. 

Ecco che allora entra in gioco il primo senso: il tatto.

Quando gli occhi non hanno la possibilità di vedere è certamente il tatto il senso che si attiva per primo, in quanto ci permette di mappare il territorio circostante e prendere dei punti di riferimento per immaginare più o meno precisamente dove ci si trova.

Il primo passo sarà quello di sentire la superficie del tavolo e la fattezza dei tessuti e, solo in un secondo momento, quello di tastare il cibo con le mani.

Gli chef tendono a presentare pietanze originali che possono essere mangiate anche con l’ausilio delle dita, come graziosi finger food da portare alla bocca dopo averne immaginato l’aspetto.

In tal senso i polpastrelli sono essenziali, poiché con la loro sensibilità inviano importanti messaggi che il cervello deve solamente decodificare.

Le cene al buio, come molte delle serate sensoriali di questo genere, presuppongono che regni nella sala il massimo della concentrazione, così da riuscire ad assaporare appieno le varie emozioni che questa esperienza potrebbe far provare utilizzando solo l’udito.

Molto importante è infatti concentrarsi sui rumori della cucina: il cibo che viene tagliato, le posate che sbattono l’una con l’altra, il rumore del vino quando viene versato…

Quante volte ti sei soffermato su questi suoni ed hai ascoltato cosa suscitavano in te?

È incredibile quello che possiamo scoprire imparando ad amplificare i nostri sensi.

Non credi?

Ma arriviamo ora ai due protagonisti delle cene al buio.

Olfatto e gusto

L’odore dell’ambiente circostante offre numerose informazioni quando è il buio a prevalere.

In questo caso sarà quello dei cibo a pervadere le narici, permettendo di identificare le pietanze solo attraverso la loro profumazione. Sarà cura degli chef ideare, pertanto, un menù profondamente evocativo e dagli aromi persistenti, in modo da spronare il naso a compiere adeguatamente il proprio lavoro.

Percezioni del genere sono un importante veicolo della memoria, in grado di riportare alla mente numerosi ricordi che possono strappare un sorriso con un filo di malinconia.

Infine, come ogni viaggio che si rispetti, arriva quasi sempre il momento del raggiungimento della meta.

Lo scopo dell’esperienza sensoriale è certamente quello di godere del percorso ma, ormai al traguardo, è opportuno che i sapori esplodano in bocca in un tripudio di emozioni. 

Essendo, poi, un menù a sorpresa, la parte davvero divertente è quella di scoprire cosa realmente si sta degustando, verificando poi all'accensione della luce se le convinzioni maturate sul cibo sono reali.

L’importante è cogliere le emozioni e saperle esprimere liberamente. Via libera quindi alla sperimentazione di sapori forti e speziati, capaci di colpire il palato e rendersi perfettamente riconoscibili anche senza l’ausilio degli occhi.

In alcuni casi, infatti, la vista serve a creare barriere e preconcetti, impedendoci di assaggiare o intraprendere esperienze che potrebbero risultare piacevoli e congeniali. 

Come si dice, per fare un salto nel buio è opportuno armarsi di una buona dose di coraggio, che non dovrebbe mai mancare per vivere a pieno l’esistenza.

Sia che si tratti di pietanze note, che di piatti moderni e innovativi, lo scopo è lasciare che arrivino fino al cuore, servendosi anche dell’olfatto, oltre che del palato.

E tu cosa ne pensi delle cene sensoriali?

Le hai mai provate o le hai mai fatte nel tuo ristorante?

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