Food Hall: cosa sono e perché ne nascono sempre di più

Le food hall sono grandi spazi di design, ottimi per mangiare e fare la spesa. Offrono cibi da comprare, pasti veloci e abbondanti menu.

In Europa ce ne sono un centinaio, negli States una cinquantina (comprese quelle in costruzione, 16 nella sola Manhattan), altrettante sono sparse tra i vasti territori dell’ex Unione Sovietica e le grandi capitali d’oriente. Negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo esponenziale delle food Hall. Secondo Cushman & Wakefield, prestigiosa società di analisi legata al mondo del retail, il business delle food hall ha registrato nel giro di un biennio un incremento complessivo del 700%, raddoppiando la presenza in Europa.

Kevin Lillis, CEO di Hospitality & Alliance, che prevede un futuro roseo per le food hall e ne auspica l’inclusione addirittura nelle strutture alberghiere più prestigiose.

Perché aprire una food hall?

Ovviamente aprire un food hall vera e propria, con interi piani dedicati alla spesa e al ristoro, è un progetto decisamente impegnativo. Tuttavia l’idea può essere replicata in scala minore per adattarla alle realtà più piccole.

La prima cosa è sempre donare l’esperienza all’utente: fare la spesa deve essere rilassante e i prodotti devono essere di qualità, a prezzi accessibili e meglio se del posto. Inoltre i clienti potranno gustare sul posto dei piatti realizzati con i migliori prodotti venduti nel locale, a garanzia della freschezza e qualità delle materie prime.

Sfruttare il concetto di food hall, magari su scala ridotta, potrebbe davvero essere un’idea vincente su cui puntare, soprattutto nelle grande metropoli degli Stati Uniti, in cui ultimante si sta sviluppando questa tendenza. Le due anime del locale (vendita e ristorazione) contribuiranno entrambe a rafforzare la fiducia dei clienti, soprattutto di coloro che sono alla ricerca di prodotti genuini e di un modo diverso di fare la spesa.

Cosa troviamo nei food hall? Tutte le nuove tendenze della ristorazione! Coffee shop gourmet, aziende agricole a km 0, hamburger organici e vegani, diverse tipologie di ramen e piatti orientali, centrifugati di frutta, bakery e pastry e prodotti tipici dei luoghi.

Il design d’interni è quasi sempre rustico, richiamando i grandi mercati europei, con enormi tavoli in legno massiccio, circondati da una moltitudine di chioschi e ristoranti.

3 elementi fondamentali per aprire una Food Hall

Lo spazio

La food hall deve essere uno spazio grande e condiviso, dal valore culturale, oltre che commerciale.

Ecco perché le ex fabbriche e centri commerciali adibiti a food hall, acquisiscono immediatamente quell’atmosfera autentica ma con un tocco in più! Di solito il design è rustico e country, con sedie e tavoli in legno e l’ambiente è molto luminoso e spazioso.

Un’offerta culinaria su misura

Di fatto, i Food Hall, rappresentano i nuovi parametri di riferimento dell’industria del food & beverage. Regalano un’esperienza, sono abbastanza “di moda” e sono estremamente attraenti per i food-traveller, i food-blogger e i food-photographer sempre attenti alle novità di mercato

Esperienza sensoriale

Oltre all’esperienza culinaria, le food hall si inseriscono perfettamente nel diventare anche palcoscenico di esperienze live, come ad esempio, concerti o “food workshop”, con l’obiettivo di aumentare le vendite e i sostenitori. L’obiettivo principale delle food hall è quello di generare enfasi, prima ancora di consumi. Questi spazi, infatti, traboccano di vita e rumori; fosse anche il chiasso prodotto dalle macine del caffè o dal coltello sul tagliere, o di piatti e forchette che sbattono sul tavolo: quel rumore attribuibile proprio al lavoro, non solo alle persone. Questo è il motivo trainante che ormai li vede ai primi posti tra le mete più ambite, perché tanto fermento diventa esso stesso una vera e propria esperienza.

Eataly: una food hall all’italiana

Eataly S.r.l. è stata fondata nel 2004 da Oscar Farinetti, proprietario di Unieuro.

La società è controllata per il 40% da Farinetti, per il 40% da alcune cooperative del sistema Coop (Coop Liguria e Coop Alleanza 3.0) e per il 20% dal fondo di investimento Tamburi Investment Partners.

Il primo punto vendita è stato aperto nel 2007 a Torino, a nord del complesso del Lingotto, nel quartiere Nizza Millefonti. Lo spazio è nato dalla ristrutturazione di una vecchia fabbrica della Carpano.

Il secondo punto vendita è stato aperto nel 2011 a Genova al Porto antico.

Nel settembre 2013 è stato aperto il punto vendita di Bari, nella storica "location" della Fiera del Levante.

Sono programmate aperture di altri punti vendita a Los AngelesToronto e Londra.

In America spopola sia a New York che a Los Angeles e Chicago. Ma sono nati dei negozi anche a Mosca, a Tokyo, a Monaco. Ed entro il 2019, poi, Oscar Farinetti ha previsto tante aperture importanti: Las Vegas, Parigi, Toronto. E dal 2020 è arrivato anche il punto vendita londinese.

Eataly a Londra è sbarcato in uno spazio di quasi 4mila quadri. Lo store si trova a Broadgate, proprio vicino a Liverpool Street Station.

La capacità di Eataly di affermarsi in quasi tutto il modo deriva dalla vendita di prodotti “made in Italy” che donano un’identità vera e propria all’esperienza.

Le food hall di Londra

Londra è senz’altro la capitale europea delle food hall. Nella capitale inglese sono molteplici, e in continuo aumento, le opportunità per sperimentare lo street food locale e, soprattutto, tradizioni gastronomiche confluite in città da ogni parte del mondo. Così, anche i mercati storici – dimensione originale per l’affermarsi di cucine di strada che oggi si ritrovano in contesti più patinati, diventano format di tendenza.

Borough Market

La crescita del Borough Market, mercato ultracentenario riaperto al pubblico nel 1998, e oggi attrazione turistica per chi visita la città. Alla metà di novembre, infatti, a ridosso della struttura storica, in Jubilee Place, inaugura The Borough Market Kitchen, che di fatto sdogana l’evoluzione di un luogo nato come mercato commerciale e da diversi anni diventato polo gastronomico di riferimento per lo street food in città.

In tutto venti nuovi stand, allestiti nell’area nord del mercato per ospitare altrettanti ristorantini, gestiti da cuochi e artigiani di nazionalità diverse.

Harrods

Harrods è sempre stato un punto di riferimento per gli acquisti d’elezione, oltre che una delle attrazioni più visitate dai turisti. Un carattere ben diverso da quello immaginato dal suo ideatore Charles Henry Harrod, droghiere dell’Essex che nella prima metà dell’Ottocento scelse di scommettere sul tè di pregio e altri prodotti alimentari ricercati per iniziare un’attività commerciale più ampia.

Nel tempo, infatti, il cibo ha perso il suo ruolo centrale: tisane e infusi da tutto il mondo sono ancora presenti fra gli scaffali del magazzino, ma ciò che manca è un’offerta gastronomica di qualità. Nel Novembre 2017,nasce all’interno un vero e proprio food hall. Si chiama The Taste Revolution. Mica male eh!

Market Hall

Market Hall è un nuovo food hall, il più grande fino ad ora, non solo a Londra, ma in tutto il Regno Unito e si trova proprio nel centro di Londra, non lontano da Oxford Circus. Ci sono quattro bar, spazio per gli eventi e ben 900 posti a sedere per mangiare.

Gli USA e la tendenza delle food hall

Oggi il fenomeno delle food hall in pienissima espansione negli Stati Uniti tanto che dal 2016 il business è cresciuto del 37%.

Dekalb Market Hall

Troviamo a Brooklyn il Dekalb Market Hall, un centro culinario, che attraverso i suoi 40 venditori riflette la multiculturalità che si respira in uno dei più caratteristici distretti di New York City.

Chelsea Market

Ma anche il Chelsea Market, famoso mercato coperto di Manhattan, visitato ogni anno da oltre 6 milioni di turisti, si rinnova: infatti la novità si chiama Chelsea Local, il nuovo negozio di alimentari, aperto nel piano interrato, dove poter fare una spesa di qualità, con una corposa presenza di prodotti Made in Italy.

Food hall nel mondo

Tra le più interessanti da visitare, per la varietà del cibo, la particolarità degli allestimenti e l’offerta ibrida di servizi, meritano menzione: la Bang Bang Oriental Food Hall di Londra, la Foodhallen di Amsterdam, la Copenhagen Street Food, la Grande Epicerie di Parigi, il KaDeWe di Berlino, l’Eliseevsky di Mosca, il Timeout Market di Lisbona, il The Basement Food Floor di Tokyo, la Zeppelin Station di Denver e El Palacio de Hierro di Città del Messico.  

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