7 ristoranti in uno: scopri come Delivery Valley sta conquistando Milano

Delivery Valley successo

Delivery Valley: analizziamo i segreti del successo di una delle dark kitchen del momento

Febbraio 2013, Masterchef Italia.

Vince Tiziana, un’avvocata romana.

Al secondo posto però arriva uno dei protagonisti della nostra storia, Maurizio. Un giovane copywriter che lavora nella famosa agenzia pubblicitaria Ogilvy.

Marzo 2016, sempre Masterchef Italia.

Vince Erica, una fisioterapista romagnola.

Ma è al secondo posto che arriva la seconda protagonista della storia, Alida, una ragazza torinese.

Facciamo un altro salto in avanti, al 2018.

Sky decide di produrre una serie speciale di Masterchef con alcuni tra i concorrenti delle passate edizioni.

I due ex secondi classificati partecipano al programma e si conoscono.

I due iniziano una relazione sentimentale, diventano però anche una coppia in cucina.

Iniziano infatti a collaborare assieme a diversi lavori. Finché Maurizio non condivide il progetto a cui stava pensando da diverso tempo.

La genesi di un'idea

Nel corso di alcuni viaggi negli Stati Uniti, Maurizio aveva visto il numero sempre crescente di dark kitchen.

Le dark kitchen sono un fenomeno di cui in Italia si è parlato molto nell’ultimo anno per le problematiche nel settore legate al covid.

Ma si tratta invece di un modello d’impresa che in altri paesi si stava già diffondendo quando i ristoranti erano ancora accessibili normalmente.

Ma cos'è una dark kitchen?

In pratica è un ristorante senza sala, totalmente dedicato all’asporto e al delivery.

Spesso però tendiamo ad associare il delivery ad un ripiego.

Un ordine fatto perché si è in ritardo o per poca voglia di cucinare.

Invece l’idea su cui hanno lavorato Maurizio ed Alida era proprio un prodotto di qualità che venisse consegnato a casa.

Un piatto servito per essere mangiato al momento dopo 20 minuti sarà completamente diverso.

Va quindi realizzato in modo completamente diverso, tenendo conto, ad esempio, della cottura che continuerà anche durante il trasporto.

Come si realizzano i piatti a Delivery Valley?

Maurizio e Alida iniziano a ragionare come progettare dei piatti adatti al delivery.

Il problema del delivery è che il piatto non viene consumato pochi istanti dopo essere uscito dalla cucina.

Ma viaggia per 10/15 minuti dentro a contenitori prima di arrivare a casa del cliente.

I piatti vanno pensati in modo diverso, in modo che il trasporto sia parte della preparazione del piatto.

Iniziano a pensare al grande classico del delivery, la pizza.

E realizzano una pizza in padellino con un impasto realizzato in modo da essere riscaldato qualche minuto in forno.

Un’altra parte del loro menù è dedicata ai fritti.

E per mantenere il fritto fragrante, e non unto, hanno realizzato una confezione in carta per far si che l’olio in eccesso non coli, forata per mantenere il giro d’aria e impedire la formazione dell’umidità.

Il dietro le quinte dell'azienda

La struttura di Delivery Valley è innovativa, con diversi aspetti davvero poco convenzionali.

Sia per quanto riguarda le strategie di marketing messe in atto, sia per la logistica interna.

Vediamola nel dettaglio.

  • Delivery Valley è presente solo sulle piattaforme di delivery, come Just Eat o UberEats.

  • È presente sulle piattaforme con 7 nomi diversi, ciascuno dedicato ad una singola tipologia di cibo.

  • Hanno creato un brand dedicato alla pizza (Lievito Mother Fucker), uno ai panini (Giga Burger), un altro alla carne cotta a bassa temperatura (Giga Ribs) e così via.

  • Ciascun brand ha un suo logo ed una sua comunicazione caratteristica. Anche i font utilizzati sono diversi l’uno dall’altro. Perché l’idea era quella di creare cucine differenti, non una cucina che facesse di tutto.

  • Ci sono 7 chef diversi, ciascuno dedicato ad un brand ed uno chef che coordina le diverse cucine.

Che risultati ha ottenuto Delivery Valley sin qua?

Delivery Valley doveva iniziare a marzo 2020, ma il Covid ne ha rallentato i lavori finali e l’attività è iniziata a giugno 2020.

Nei primi 6 mesi hanno consegnato circa 30.000 ordini per un fatturato di quasi mezzo milione di euro.

Un risultato oltre le aspettative che li ha convinti ad aprire una seconda sede nella parte nord di Milano, per riuscire a servire meglio la città.

Per quanto sembri un’attività nata a causa del covid, in realtà era un progetto su cui Maurizio e Alida lavoravano da più di un anno e mezzo, proprio per sfruttare il trend del delivery in crescita da prima della pandemia.

Il futuro di Delivery Valley

Oltre al secondo punto vendita di Milano, già aperto, nel futuro di Delivery Valley c’è l’apertura di un punto vendita a Torino.

Invece Maurizio si sta dedicando alle collaborazioni con aziende del comparto.

Ha quindi creato Kitchen Media, per permettere ad altri brand di creare dei temporary brand sotto Delivery Valley, o di far assaggiare alcuni loro prodotti in abbinamento con i menù già presenti.

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