I pro e contro del franchising nella ristorazione

Stai pensando di aprire un ristorante? Stai pensando di aprire una succursale di una grande catena?

Sei nel posto giusto. In questo articolo puoi trovare tutte le informazioni che ti possono essere utili.

Andremo infatti a vedere come funziona il contratto di franchising nella ristorazione e se potrebbe fare al caso tuo. Se invece hai già escluso il franchising, ma cerchi informazioni utili per aprire il tuo nuovo ristorante leggi questo articolo!

Franchising: cos’è e come funziona

Il franchising, o affiliazione commerciale è un contratto tra imprenditori.

Permette ad un imprenditore di produrre o distribuire beni con un brand già esistente, rispettando tutti gli standard decisi dal proprietario del marchio, riconoscendo in cambio una percentuale sul fatturato.

Tutto chiaro, vero?

Aspetta, proviamo ad andare sull’esempio pratico, così è più semplice. 

Pensiamo alla più famosa catena di ristorazione in franchising, McDonald's. 

In qualunque paese del mondo ci troviamo sappiamo cosa possiamo mangiarci dentro. E la maggior parte di questi locali non sono punti vendita diretti di McDonald's ma di proprietà di singoli imprenditori.

Non tutte le catene di franchising sono famose come il McDonald’s, o hanno la stessa diffusione. 

Ci sono anche tantissime piccole catene locali che danno la possibilità di affiliarsi a loro. Il costo per affiliarsi all’una o all’altra cambia completamente, come la loro notorietà.

Storia del franchising

I primi tentativi di franchising risalgono al Medioevo.

Se volete approfondire il discorso e masticate un minimo di inglese qui trovate un approfondimento

In epoca moderna uno dei primi casi di successo fu la Coca Cola. Il farmacista John Pemberton nel 1886 autorizzò alcune persone a produrre e distribuire la prima versione della sua bevanda, che da lì a poco divenne una delle bevande più famose del mondo.

Il boom avviene negli anni ’50 con la nascita dei fast food americani. Tra il 1954 e il 1955 nascono le due catene di fast food più famose, la già citata McDonald’s e Burger King.

Entrambi i brand decisero da subito di puntare sull’affiliazione commerciale

Perché, ti starai chiedendo? Perché rispetto allo sviluppo tradizionale permette alla casa madre una crescita molto più veloce. Una parte degli investimenti e del rischio d’impresa infatti viene divisa tra la casa madre e l’affiliato. 

In pratica riuscirono ad ottenere di più in meno tempo!

Contratto di franchising

Abbiamo detto che il franchising è un contratto, nello specifico, in Italia la legge fondamentale per i contratti di affiliazione commerciale è la n.194 del 2004.

Niente panico, la parte normativa non piace a nessuno, vediamo un piccolo riassunto degli articoli principali. 

All’interno della legge 194 vengono riportate tutte le specifiche che il contratto di franchising deve riportare per essere considerato valido. Vediamole nel dettaglio:

  • Il contratto deve riportare la quota d’ingresso (entrance fee) e le percentuali sul fatturato (royalty) che l’affiliato deve riconoscere alla casa madre.

  • Il know how che viene ceduto all’affiliato. Ovvero l’insieme di conoscenze segrete, pratiche collaudate e non cedibili a terzi necessarie allo svolgimento dell’attività per mantenere gli standard qualitativi della casa madre.

  • I servizi di assistenza e supporto che la casa madre offre all’affiliato.

  • La durata del contratto di franchising e le eventuali modalità di rinnovo.

Vantaggi del franchising

Perché aprire un franchising? Andiamo a vedere quali sono i lati positivi.

È un modo di fare impresa che ha punti di forza e punti deboli, e non è adatto a tutte le situazioni. Cerchiamo di capire quali sono i vantaggi che il franchising può darti e in quali situazioni potrebbe essere una buona scelta.

  • Il brand: l’affiliato acquista il diritto di utilizzare un brand già esistente. Quindi l’insegna, il format e l’immagine che il brand ha possono essere utilizzati anche dal nuovo imprenditore, invece di partire da zero. Il vantaggio è enorme, se il brand gode di una buona reputazione. I potenziali clienti già conoscono il brand e i suoi prodotti.

  • Il metodo di lavoro: con il franchising si entra a far parte di un metodo di lavoro originale e collaudato. L’azienda madre ha già sperimentato prodotti e procedure e trovato le strategie migliori, a differenza degli errori che potrebbe fare chi apre un’attività da zero.

  • La formazione e l’assistenza: l’azienda madre fornisce ad ogni affiliato supporto e formazione, ed è un aspetto particolarmente importante, soprattutto, a chi magari è alla sua prima esperienza nella ristorazione. L’azienda madre ha tutto l’interesse affinché l’affiliato costruisca un punto vendita di successo. Sia per le royalty che verranno pagate per tutta la durata del contratto, sia perché ogni singolo punto vendita concorre alla crescita del brand.

  • Il rapporto con i fornitori: spesso le catene di franchising hanno accordi con i fornitori per tutti i loro punti vendita. Questo per uniformare la qualità del prodotto offerto e per riuscire ad ottenere prezzi più vantaggiosi. Aprendo invece un punto vendita indipendente bisogna iniziare a costruire un rapporto di fiducia con i fornitori (qui ne abbiamo parlato diffusamente).

  • Marketing e pubblicità: spesso le spese in attività pubblicitarie e di marketing sono a carico dell’azienda madre. Specialmente se la catena è nazionale o internazionale le campagne a livello nazionale sono di competenza del franchisor. Mentre invece eventuali campagne locali rimangono a carico del singolo punto vendita.

Svantaggi del franchising

Indubbiamente abbiamo visto una lunga serie di vantaggi per chi decidesse di iniziare un’attività di franchising, ma esistono anche diversi aspetti negativi. Vediamo quali sono i principali:

  • I costi: il costo iniziale in alcuni casi può essere molto elevato. Tra l’entrance fee e i costi per l’allestimento iniziale, la spesa per l’apertura di un locale in franchising può essere di diverse centinaia di migliaia di euro. In genere, più è famosa la catena più aumentano questo genere di costi.

  • L’indipendenza: l’affiliazione commerciale non consente un grosso margine di indipendenza. Le regole del gioco le fa la casa madre, che delega ai singoli imprenditori la gestione operativa dei singoli punti vendita, ma non le scelte strategiche.

  • Lentezza e rigidità: i singoli imprenditori possono proporre nuove idee, prodotti o promozioni alla casa madre, ma i tempi sono più lunghi rispetto all’imprenditore indipendente. In un momento di crisi per la ristorazione, come quello attuale, l’imprenditore indipendente può decidere se attrezzarsi ad esempio per il delivery, mentre l’affiliato ad una grande catena deve rispettare le decisioni della casa madre.

  • Il contratto: l’accordo di affiliazione è normato dal contratto che le parti stipulano all’inizio. Se l’imprenditore volesse recedere dal contratto ci potrebbero essere ulteriori costi o penali a suo carico.

In conclusione, il franchising è più indicato a chi preferisce occuparsi della gestione operativa del punto vendita e del personale, piuttosto che a chi preferisce dedicarsi alla parte più creativa della ristorazione, la ricerca di nuovi piatti e sapori da portare nel menù. A volte può essere un modo più caro per iniziare la propria attività, con i vantaggi però, già visti, di entrare in un’azienda già rodata e funzionante.

Se sei interessato all’argomento a questo link trovi un elenco di catene di franchising con anche un’indicazione del costo necessario per diventare un affiliato. 

Indietro
Indietro

Inserire un ristorante su TripAdvisor: la guida passo passo

Avanti
Avanti

Come creare il logo di un ristorante? Consigli ed errori tipici